sabato 12 luglio 2014

ROTTURA ARGINE MODENA: LA RELAZIONE TECNICA SCAGIONA GLI ANIMALI E INCOLPA L'UOMO

Analizziamo brevemente la relazione tecnico-scientifica effettuata dopo l'alluvione di Modena del Secchia il 19/01/2014. La relazione e i metodi utilizzati dimostrano che la colpa NON è degli animali ma dell'uomo e che aggiungere le paroline magiche "tecnico-scientifica" non scagiona le colpe dei veri responsabili ovvero amministratori e manutentori dei fondi.

Relazione tecnico-scientifica sulle cause del collasso dell’argine del fiume Secchia avvenuto il giorno 19 gennaio 2014 presso la frazione San Matteo

* Sommario. Gli eventi di piena che si sono verificati sul fiume Secchia nel gennaio 2014 sono stati esaminati al fine di valutare le possibili cause del collasso arginale, avvenuto il giorno 19 presso la frazione San Matteo in destra idrografica. Sono stati raccolti e analizzati i dati idrometeorologici e le evidenze osservazionali rilevanti ai fini della determinazione dei flussi idrici e della loro interazione con l’argine collassato. Sono state altresì eseguite indagini specifiche di laboratorio e in sito al fine di caratterizzare le proprietà idrauliche e geotecniche dei terreni costituenti i corpi arginali e i relativi terreni di fondazione. Sono stati poi implementati alcuni modelli idraulico-­‐idrologici e geotecnici, considerando (1) la geometria dell’argine, ottenuta, per la sezione collassata, utilizzando un modello digitale del terreno a elevata risoluzione, (2) le proprietà idrauliche dei terreni arginali rilevate – durante la presente indagine – in una sezione posta circa 600 m a valle di quella del collasso, e (3) le proprietà geotecniche dei terreni arginali e di fondazione determinate – sempre nel corso della presente indagine – in sezioni adiacenti al tratto d’argine interessato dal collasso. Sono stati infine presi in esame i possibili meccanismi di collasso del corpo arginale.
- l'analisi è stata fatta DOPO l'alluvione e questo è un primo dato che già diminuisce di molto l'attendibilità di tutta la relazione. Nella scienza occorre riferirsi sempre a un "controllo" che deve essere il più fedele possibile a ciò che si vuole confrontare. Cosa che qui per evidenti motivi spaziali (l'argine si è rotto) e temporali (l'analisi è stata fatta ben dopo l'alluvione) non è possibile.
Inoltre sono state fatte analisi di laboratorio che sono utili per analizzare certi parametri ma NON per risalire alle cause della rottura. Infine si dichiara che sono stati utilizzati modelli (al computer) per simulare l'evento alluvionale. Ma i modelli computazionali NON SONO MAI uguali alle condizioni degli eventi reali!

Attenzione particolare è stata dedicata alle evidenze di campo, alle testimonianze raccolte e alla documentazione fotografica che indicano, nel tratto di argine in esame, la presenza di tane di animali selvatici con spiccata capacità fossoria. In tale ottica, sono state analizzate le relazioni geomorfometriche fra le tane osservate nelle foto aeree a elevata risoluzione, riprese nel 2010 e 2012, e l’evoluzione dei limiti della breccia, desunta dalle fotografie scattate da elicottero nella mattina del giorno 19 gennaio 2014.
- attenzione!! si è fatto un confronto solo FOTOGRAFICO prima e dopo (che è un dato comunque oggettivo) e si sono raccolte testimonianze (che NON è un dato oggettivo in questi casi ma pur sempre valido). In tutti i casi comunque NON sono state indagate le reali CAUSE del collasso e anzi, si inizia a pilotare l'opinione pubblica sul fatto che sono presenti tane. Ciò non dimostra la correlazione ma il lettore comune assocerà la presenza di tane con la rottura dell'argine. 

La foto qui sopra è tratta dal rapporto della Commissione. Ebbene viene dichiarato che le riprese sono del 2012 (ben 2 ANNI prima dell'alluvione). In pratica ammettono che il "problema" era conosciuto ma è stata fatta omissione di atti e di soccorso. Il punto T4 poi non sembra di animale perchè rispetto alle tane segnalate è completamente diverso. Inoltre non corrisponde la geografia delle tane o meglio della breccia con le 2 (e si, solo 2, campione non statisticamente significativo sia per numero che per modalità e contenuto di testimonianza) testimonianze raccolte.

* Le analisi hanno evidenziato che sono plausibili due fenomeni d’innesco del cedimento della difesa arginale, che possono aver agito anche congiuntamente. Un primo tipo d’innesco, riconducibile a processi di erosione interna, è del tutto analogo a quello documentato da quanto osservato sull’argine destro del fiume Panaro nel pomeriggio dello stesso 19 gennaio 2014. Si tratta di un fenomeno che si sviluppa inizialmente mediante un processo di progressiva erosione interna coinvolgente il sistema di tane, eventualmente indebolito dalla precipitazione diretta al suolo. Una volta asportato un sufficiente quantitativo di materiale, la parte dell’argine sovrastante la cavità crolla, provocando un notevole abbassamento della sommità arginale.
-  Vero. Eventuali cavità (tane, o cavità per prelevare l'acqua, allacciamenti abusivi, mancanza di manutenzione, ecc.) possono provocare cedimenti. Ricordiamo che però questa è la prima IPOTESI che quindi NON è stata dimostrata.

Un secondo fenomeno d’innesco può essere ricondotto alla progressiva instabilità geomeccanica del corpo arginale, localmente indebolito dalla presenza delle menzionate cavità, favorita da condizioni di parziale saturazione indotte dalla piena e dalle precipitazioni dirette sul corpo arginale. La riduzione di resistenza a taglio dei terreni, indotta dalla loro saturazione anche locale, può causare una significativa diminuzione del grado di sicurezza della struttura arginale nei confronti della stabilità.
- Vero anche questo. Ma valgono le stesse considerazione fatte sopra. Le ipotesi sono congetture. Ma se anche vengono riprodotte in laboratorio, non si avrà mai la dimostrazione che sia andato veramente cosi. E comunque ciò sta dimostrando una falla molto grave a livello amministrativo. 

* Entrambi i fenomeni d’innesco comportano un sensibile ribassamento della sommità arginale e il conseguente sormonto della struttura da parte della corrente idrica, animata da velocità in uscita particolarmente sostenute. Una volta attivato il sormonto, la breccia evolve rapidamente, sia approfondendosi sia allargandosi, per effetto dell’erosione prodotta dalla corrente in uscita. In entrambi i casi si ritiene che, con riferimento all’evento specifico, la presenza di un sistema articolato di tane sia stata determinante ai fini del collasso arginale.
- Certo, è un'ipotesi. Da dimostrare però. La commissione è onesta: parla al condizionale. Il problema è l'interpretazione che ne fanno i politici e i giornalisti pagati dalle lobbies venatorie e agricole. Nei documenti scientifici come questo l'uso dei termini è importante ed esiste una sola interpretazione. Attualmente quindi si ritiene, ovvero è probabile ma NON E' DIMOSTRATO e DIMOSTRABILE che sia andata proprio così. Fino ad ora quindi ne le tane ne gli animali sono "colpevoli" anzi viene dichiarata una situazione assai grave:

PUR SAPENDO DA CIRCA 4 ANNI CHE ERANO PRESENTI TANE IN QUEL TRATTO, CHI AVEVA LA RESPONSABILITA' DI METTERE IN SICUREZZA L'ARGINE NON LO HA FATTO. SI TRATTA DI INADEMPIENZA, SI TRATTA DI REATO. 

E infatti ecco cosa dichiara la presidente Confagricoltura Modena: "Tane negli argini, "C'è chi avrebbe dovuto ma non ha vigilato" Esiste un ente incaricato di vigilare gli argini, fare vigilanza e manutenzione e provvedere alla chiusura delle tane. Se fossero state applicate le norme si sarebbe evitata questa calamità annunciata". (fonte: http://www.modenatoday.it/cronaca/confagricoltura-vigilanza-argini.html )

Ecco altre dichiarazioni ufficiali prese dal sito http://gazzettadimodena.gelocal.it/:
FAVIA: "DANNI DA MANCATA PREVENZIONE". "Sul dissesto idrogeologico la Regione investe poco e male, nonostante l'Emilia-Romagna sia il territorio più colpito da questo fenomeno. Occorre puntare sulla manutenzione e uscire una volta per tutte dalla logica dell'emergenza continua. E' tre anni che mi batto per aumentare i fondi regionali dedicati alla messa in sicurezza idrogeologica del territorio. Ma qualcuno nelle torri di Viale Aldo Moro ha preferito investire un miliardo e mezzo in nuove autostrade e lasciare le briciole al resto". E' questo il commento di Giovanni Favia, consigliere regionale indipendente. "Quello che sta succedendo a Modena è diretta conseguenza di una insufficiente politica di prevenzione - spiega Favia - il 15% dei residenti della nostra regione vive su una frana o una zona alluvionale senza magari esserne a conoscenza. A dimostrazione di come il problema del dissesto idrogeologico sia reale e drammaticamente importante. Non per i nostri amministratori, però, che lesinano risorse e investimenti, preferendo puntare sulla costruzione di autostrade e viadotti dell'Alta Velocità, che di certo non mancano nelle zone colpite dall'alluvione di ieri". 

E qui sotto Confagricoltura smentisce l'AIPO, la responsabile e rea per mancata manutenzione!

CONFAGRICOLTURA: TRAGEDIA ANNUNCIATA "Mi dispiace dare torto al presidente Errani ma non mi possono dire che questo evento non si poteva prevedere. È Una vera e propria tragedia annunciata. Io abito esattamente davanti al punto in cui l'argine si è rotto e posso garantire che in tutto il 2013 non ho visto nessuno fare manutenzione". È La presidente di confagricoltura modena, eugenia bergamaschi, ad intervenire sulla tragedia che si è abbattuta su parte di modena e sui comuni dell'area nord. L'alluvione che da ieri ha allagato diverse zone della bassa modenese e che sta continuando ad avanzare verso medolla e san felice "non è stata dovuta alla piena", continua bergamaschi "perchè quella di ieri non era una piena eccezionale", ma da un buco che si è aperto nell'argine, tra l'altro nel tratto in cui il fiume scorre in rettilineo, e dunque dove dovrebbe essere più sicuro". Per bergamaschi, che spiega di aver "segnalato, da imprenditrice agricola, più volte la situazione", la rottura dell'argine è stata dovuta "alla presenza di diversi buchi all'interno degli argini, fatti dalle nutrie e da altri animali", che hanno reso fragili le strutture. Inoltre "la manutenzione manca anche all'interno del letto del fiume", continua la presidente, e questo lo "può vedere chiunque". Si tratta di "ramaglie e veri e propri alberi che inevitabilmente rallentano il corso dell'acqua che deve defluire".

Qui invece le immagini parlano chiaro: la distruzione del territorio e la mancanza di manutenzione per mezzo dell'uomo ha provocato e agevolato la rottura! http://www.sulpanaro.net/2014/01/largine-del-secchia-che-si-e-rotto-cosa-mostrano-le-foto-dal-2003-a-oggi-alluvionemo/


Già nel 2012 sono stati spesi soldi proprio per attuare dei lavori nel Secchia nei Comuni colpiti nel 2014 dall'alluvione:



Nel rapporto della Commissione possiamo leggere l'inquadramento geografico in cui si è avuta la rottura e l'alluvione:


Ecco cosa appare sul sito dell'AIPo (responsabile della manutenzione degli argini):


Ovvero poco più di 1 anni prima sono stati fatti dei lavori ma che visti i risultati non sono stati eseguiti con tutti i criteri necessari. Abbiamo quindi il vero responsabile dell'alluvione e dei relativi danni: AIPo.

Per ironia della sorte, proprio 1 anno prima ci fu un'apertura di una falla nell'argine del Secchia a Nord di Modena, ma tutto fu allora sotto controllo (per fortuna):


Si leggono poi articoli di giornali in cui alcuni portavoce di AIPo si scagionano incolpando la "non prevedibilità" della rottura, o accusando senza prove le tane di chissà quali animali. Non solo, viene anche dichiarata la carenza di fondi...

Il rapporto della Commissione prosegue con tutta una disamina tecnica e scientifica opportuna e valida e le conclusioni si riassumono in queste poche righe:

Entrambi gli schemi dimostrano – pur nei limiti delle incertezze insite nelle variabili idro-­‐ meteorologiche di controllo, nella parametrizzazione dei modelli, nelle descrizioni matematiche dei complessi fenomeni naturali considerati – una soddisfacente consistenza tra i risultati ottenuti e le osservazioni disponibili. Alla luce di quanto emerso dal presente studio, si ritiene che la presenza di un articolato sistema di tane sia stata determinante ai fini del collasso arginale.
- Ovvero si ammettono le incertezze delle variabili e dei modelli ma dato che tali rapporti sono "commissionati" da una certa linea "politically correct", la forzatura la si può vedere nelle ultime due righe. In pratica si ritiene (quindi non è certo) che la presenza di tane - anzi, sarebbe meglio dire cavità - sia stata determinante ai fini del collasso. 
Bene, ammettiamo che fosse andata veramente così. ciò non toglie e non scagiona quanto detto sopra. Chi doveva vigilare sapeva della presenza di cavità e non ha fatto nulla per prevenire questo disastro. Questa purtroppo è l'amara conclusione e il rapporto dimostra che l'unica colpa l'ha l'uomo. Ora mi auguro che le autorità possano indagare e far pagare i diretti responsabili.

E non siamo solo noi a dirlo, qui infatti un politico ammette:

Esondazione Secchia, quali responsabilità. Il Consigliere Filippi presenta interrogazione in Regione
“Quali le cause del cedimento dell’argine del fiume Secchia? Quali responsabilità e se collegate alla scarsa manutenzione del fiume? Questo sono le domande cui pretendiamo, dal Presidente della Regione Emilia-Romagna, risposte. Lo stesso Sindaco di Modena, Giorgio Pighi, ha rilevato che l’argine del Secchia ha ceduto di fronte ad una piena «significativa ma non eccezionale», la cassa di espansione nel punto in cui l’argine ha ceduto avrebbe dovuto avere una capacità di contenimento di acqua in altezza, dai primi rilevamenti dei tecnici, di ulteriori due metri. Evidentemente, qualcosa non ha funzionato. Gli incaricati della manutenzione del fiume non hanno operato in modo adeguato. La situazione è ancora di estrema allerta, diversi sono i comuni evacuati. I danni sono ingenti sia in ambito civile sia in ambito commerciale e industriale, si parla anche di una persona dispersa.” A dichiararlo è il Consigliere regionale di Forza Italia Fabio Filippi, il quale in mattinata ha presentato un’interrogazione alla Giunta regionali chiedo chiarimenti sull’accaduto.

http://www.carpi2000.it/2014/01/20/esondazione-secchia-quali-responsabilita-il-consigliere-filippi-presenta-interrogazione-in-regione/


giovedì 10 luglio 2014

LE MENZOGNE DELLA PROPAGANDA VENATORIA E POLITICA SUL FENOMENO NUTRIE

Come volevasi dimostrare, quando le persone sono in vacanza, in pieno periodo estivo, ecco che i politicanti di mestiere senza competenze impongono leggi che peggiorano la già precaria situazione naturalistica del territorio lombardo e italiano. Ma andiamo a vedere come funziona analizzando due articoli davvero bizzarri.

http://www.oglioponews.it/2014/07/10/la-battaglia-alle-nutrie-nel-convegno-di-spineda-fava-eradicalizzazione/
*La battaglia alle nutrie Fava: “Ora non sono più specie protetta”
- FALSO, la nutria è specie selvatica italiana e pertanto ricade ancora nella tutela della legge nazionale 157/92.

Gli agricoltori non sono più soli nella lotta contro questo autentico flagello che sono le nutrie.
- i contadini non sono mai stati soli visto i finanziamenti che ricevono e che possono richiedere anche senza dimostrare la correlazione tra i danni e l'animale imputato. Il vero autentico flagello sono certi agricoltori che non sanno fare il loro mestiere cosi come il politico che si lascia corrompere dalle solite lobbies venatorie per esempio approvando certe leggine anticostituzionali.

* Al loro fianco ci sono le Associazioni di categoria, la Regione e anche finalmente il Governo che nei giorni scorsi ha emanato un decreto attraverso il quale questi  prolifici roditori non dovrebbero più essere considerati specie protetta.
- insomma il solito teatrino fatto solo tra i soliti noti che se la cantano e se la suonano senza nemmeno un contradditorio e senza la benchè minima competenza e argomentazione. Non risulta ad oggi che il Governo abbia fatto un decreto specifico per le nutrie. Questa è disinformazione per pilotare l'opinione pubblica. Tipica manovra di giornali e pseudogiornalisti pagati dalle lobbies venatorie.

Ma c’è stato anche chi ha ammesso di aver iniziato a percepire il problema leggendo i giornali, dove si riportavano testimonianze di mamme preoccupate per essersi imbattuti nelle nutrie presenti nei parchi gioco dei loro bambini.
- certo che se chi amministra si basa solo sul gossip, siamo messi proprio bene! Anche perchè non è affatto vero che le mamme si sono lamentate anzi le persone si lamentano delle scelleratezze di certi amministratori perchè vogliono invece tutelare i castorini dato che i loro figli adorano vedere questi animali.

Un motivo in più per cominciare a considerare la situazione di vera e propria emergenza sociale e sanitaria, il cui epicentro è a Cremona e Mantova.
- ma se è da decenni che i giornali considerano sempre la situazione come emergenza. Poi attuano piani di abbattimento inutili (soprattutto le amministrazioni di Mantova e Cremona) e come risultato cosa ottengono? il problema si AGGRAVA e buttano via soldi. In pratica le lobbies venatorie, agricole e alcuni politici RAPINANO i cittadini delle finanze pubbliche che potrebbero essere usate per veri problemi molto più seri.

* L’assessore Gianni Fava, parlando di una presenza spaventosa sul territorio di un milione di nutrie, di cui solo 47mila finora catturate, ha spiegato che il costo economico per contenere un simile fenomeno era arrivato a sfiorare i cinque milioni di euro, sia per i molteplici risarcimenti richiesti sia per il ripristino di argini e canali.
- quindi le nutrie sono 500.000...a no sono 2.000.000...a no ora invece sono 1.000.000. Ma sul territorio di chi? del Nord Italia? di Cremona? di Cremona e Mantova? della Lombarida? di MARTE??? sono state catturate 47.000 nutrie in questi mesi del 2014 in una provincia però. E sono state ABBATTUTE e i cadaveri smaltiti PAGANDO con i soldi pubblici tali metodi che non servono a NULLA se non a far passare i soldi dalle tasche comunali a quelle private delle lobbies di categoria! Per le opere idrauliche la responsabilità di manutenzione è guarda caso degli agricoltori e dei consorzi di bonifica, che ovviamente preferiscono NON FARE NULLA ed essere pagati lo stesso.

A cui aggiungere l’altro rischio di tipo sanitario anche se l’Asl nega che urina, feci e saliva possano diventare motivo di contagio per l’essere umano.
- Qui l'ignoranza e la malafede sono palesi. E' scientificamente provato che le nutrie non sono un problema igienico-sanitario ma i politici e le lobbies di categoria pur di compiere atti illegali, vanno contro l'evidenza.

Che fare a questo punto, anche per evitare che il numero possa crescere ancora di più?
- Vogliamo dar loro una possibilità. Se sono intelligenti, onesti e leali allora vieteranno l'abbattimento delle nutrie, perchè fino ad ora non è servito a nulla. Proporranno sicuramente dei metodi ecologici efficaci che tra l'altro già esistono.

Si tratta di procedere ad una vera e propria “eradicalizzazione” di questi animali esercitata in collaborazione con tutte le provincie confinanti. Una forza congiunta per debellare una volta per tutte questo flagello
- come volevasi dimostrare. AMMAZZERANNO ancora le nutrie, senza risolvere il problema e anzi incrementando i danni e gli indennizzi. ma questa volta assolderanno più cacciatori così i soldi continueranno a essere rubati dalle casse pubbliche per finire nelle tasche di singoli individui senza scrupoli.

Fava che ha terminato dicendo che secondo il suo parere andavano chiusi anche i ventiquattro Parchi, ritenendoli altrettanti serbatoi di nutrie distruttrici.
- praticamente questo tizio (cui già il cognome è tutto un programma...si sa che certa gente non capisce una Fava...) voleva anche distruggere dei Parchi Naturali mandando sul lastrico intere famiglie che lavorano grazie a queste strutture!!

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http://www.altramantova.it/it/cronacaam/provincia-am/4909-emergenza-nutrie-fava-propone-piano-per-eradicazione-problema-per-agricoltori-sanitario-e-di-circolazione.html
* Emergenza nutrie, Fava propone piano per eradicazione: 'Problema per agricoltori, sanitario e di circolazione' 
- In realtà il MINISTERO DELL'AMBIENTE e l'ISPRA hanno dichiarato l'impossibilità e l'inutilità di eradicazione della nutria parlando solo di contenimento (con metodi ecologici e solo con metodi diretti in casi particolari). I problemi citati nel titolo devono essere dimostrati cosa che a tutt'oggi non lo sono quindi è un falso pretesto.

"Con una presenza di nutrie che è prudenzialmente stimata in 900mila esemplari...
- Siamo messi bene, ora sono 900.000, se qualcun altro volesse partecipare a questa lotteria è ben accetto. Si possono vincere ricchi premi se si indovina il numero esatto di nutrie presenti, non so, in Sibera...

* "L'entità dei danni causati dalle nutrie è ingente – dichiara Fava – al punto che fra il 2003 e il 2013 la Regione Lombardia ha sostenuto indennizzi agli agricoltori per quasi 1.250.000 euro, cifra alla quale devono essere aggiunti 3.050.000 per i piani di contenimento delle nutrie".
- si è speso di più per il contenimento delle nutrie che per gli indennizzi!! e poi i veri dati sono omessi e camuffati, le cifre sono molto più alte. Comunque ammesso e non concesso che sia veri, sono stati rubati 3 MILIONI DI EURO ai cittadini (a noi) e scusate il francesismo, sono stati soldi buttati nel cesso perchè il problema non si è risolto e serviranno altrettanti soldi nei prossimi anni per non risolvere ancora nulla. Questa è l'amara verità. Poi ciascuno di noi è libero di farsi fregare quanto vuole. Noi non ci stiamo però.

"Fra le proposte avanzate da alcune sigle agricole era quella di inserire la nutria fra le specie cacciabili – ricorda Fava – ma non è la soluzione efficace in termini di contenimento dell'emergenza. Anche i cinghiali sono stati inseriti nell'elenco delle specie cacciabili, ma sono ancora presenti nelle campagne a danneggiare i raccolti e i campi".
- ma come?? nell'articolo sopra si dice che la nutria è già cacciabile con tanto di legge e qui si dice che non è cacciabile e non servirebbe a nulla renderla cacciabile perchè per esempio ciò è stato fatto col cinghiale e i risultati sono pessimi!

Da qui la necessità di andare verso l'eradicazione delle nutrie. "Il primo impegno assunto è stato quello di approvare un progetto di legge regionale, che sostanzialmente modifica l'attuale legge 20/2002 e inserisce come finalità della legge l'eradicazione della nutria
- Eradicazione non significa abbattimento ma semmai intervenire mediante art. 19 legge nazionale 157/92 utilizzando metodi di contenimento ecologici. Comunque il nostro amico "leguminoso" dice che non si devono abbattere le nutrie ma l'unico modo per affrontare il problema è abbattere le nutrie. Signori, questi sono i politici che vi rappresentano e gestiscono i vostri soldi e l'ambiente!

Perché parliamo di un problema che riguarda principalmente il Nord
- FALSO! anche al Sud ci sono nuclei di nutrie. Ma lor signori preferiscono aspettare così poi posso intervenire ancora con il fucile e rubare cosi altri soldi pubblici per i loro meri interessi!

"perché tali animali rappresentano un'emergenza sul piano igienico sanitario, per la trasmissione di malattie pericolose per l'uomo e per gli animali".
- questa è dichiarazione di FALSO come già mostrato in vari articoli e come chiunque può verificare consultando le analisi delle ASL e degli Istituti Zooprofilattici.

Fra le possibili soluzioni per l'eradicazione delle nutrie sarà presa in considerazione una accurata campagna di sterilizzazione, attraverso le nuove tecnologie a disposizione".
- L'unica cosa giusta! che poi è quello che noi (e nessun altro prima di noi) ha da sempre consigliato. Tant'è che ci appoggiamo ad un biologo che fa proprio questo con esiti positivi!