Ecco quanto scrive un sito web:
La commissione Agricoltura approva all’unanimità la caccia al lupo per difendere il bestiameSi tratta delle solite manovre mediatiche che da anni vengono utilizzate a discapito delle nutrie. Fortunatamente però qualche esperto del settore faunistico (quelli veri) scende in campo svelando la verità dietro tutto questo polverone. Si tratta delle medesime manovre che il sottoscritto e lo staff del blog sulla nutria hanno smascherato da diversi anni a questa parte e che prossimamente saranno pubblicate in una nuova edizione. Ecco dunque la realtà dei fatti:
Il concetto di “guerra preventiva” verrà applicato anche nei boschi italiani: secondo la Camera infatti è lecito abbattere i lupi “per prevenire danni importanti al bestiame”. Insorgono entomologi e ambientalisti, che parlano di una “criminalizzazione inaccettabile” nei confronti di una specie che è in via d’estinzione e il cui impatto dannoso sull’allevamento è molto limitato. Preoccupa inoltre la possibilità per i cacciatori di appigliarsi alla legittima difesa per sparare liberamente. (fonte: http://ambiente.liquida.it
[...] un breve riassunto dei dati reali, che abbiamo raccolto con scrupoloso approccio fin dal 1999 (visto che almeno a qualcuno interessano):Ed è proprio quello che i curatori di questo blog e di MI.F.A. onlus stanno facendo da anni. Grazie di cuore a tutti quelli che scrivono spinti per amore della vita e della verità.
Come sapete per la Commissione Europea è fondamentale distinguere tra popolazione alpina ed appenninica (distinzione ovviamente fatta per necessità gestionali, più che genetiche o demografiche): i lupi per la popolazione alpina in Piemonte oggi sono organizzati in 14 branchi, con una stima minima di circa 70 individui nell’inverno 2010-11. Il numero di branchi non è aumentato da 3 anni, ma dal 1999 siamo passati da 3 a 14 in 9 anni. Quindi una più veloce espansione iniziale ed oggi, nonostante riproduzioni documentate da 3 anni, una fase di stasi dovuta facilmente ad alta mortalità. Tutte le informazioni le potete ottenere dai report pubblicati scaricabili (e.g. http://www.regione.piemonte.it/agri/osserv_faun/dwd/dati/carnivori/report.pdf), da pubblicazioni scientifiche ad alto IF, ed a breve uscirà l’ultimo rapporto aggiornato (si, perché in realtà è sempre il Centro Gestione e Conservazione Grandi Carnivori a lavorare su questi argomenti in Regione in collaborazione con Parchi, CFS, Province e CA; nonostante cosa leggiate su alcuni articoli di Corti & Co.). Il numero di attacchi e danni sui domestici invece è sempre stato contenuto a livello regionale (nel 2010 in Regione Piemonte sono stati verificati 182 attacchi e 243 vittime, non 60.000 come indicato su Stampa ed altri giornali sulla base di dichiarazioni varie) grazie ad un’efficiente lavoro sulla prevenzione portato avanti dai veterinari del Centro Grandi Carnivori in collaborazione con gli allevatori, anche qui dati ottenibili dai report pubblicati. Qualsiasi informazione è scaricabile o mi può essere chiesta in dettaglio senza problemi, anche in relazione a questa ultima stagione di alpeggio.
Ok, tutto questo non è importante …. Perché oggi l’attuale amministrazione regionale ha fatto del tutto una questione unicamente politica, dove la mala informazione è attivamente voluta e promossa, a scapito in primis dei pastori stessi. Non ha interesse a risolvere nessuna situazione in modo razionale, programmato, a lungo termine, basato su dati scientifici; vuole solo animare gli animi per ottenere consensi. L’attuale amministrazione ha ribadito più volte l’inutilità di dati scientifici, e sminuito la necessità di questi ultimi definendoli non informativi. Qualcuno può spiegare loro come si giudicano i dati robusti o meno? In Piemonte in due anni di amministrazione nuova, nonostante avessimo messo in piedi in 10 anni di lavoro un sistema efficiente conosciuto in tutta Italia ed Europa, siamo tornati indietro di 20. Noi abbiamo lavorato sotto la destra di Ghigo i primi 5 anni, poi con la sinistra altri 5, sempre con obiettivi concreti per arrivare a stabilire un regime di convivenza tra uomo e lupo a lungo termine basato su dati oggettivi. La fortuna è che in questi anni i soldi ci sono stati per finanziare prevenzione, indennizzi, ed altro fin dall’inizio, e queste cose hanno dato i loro frutti negli anni perché abbiamo ormai la maggior parte degli allevatori che vivono in zone di lupo con branchi, con minimi danni in un’intera estate. Merito loro in primis. Questi allevatori non vengono mai interpellati. Gli allevatori regolarmente intervistati sono le “pecore nere” dell’allevamento, che non danno il buon esempio, ma utili nell’intento.
Attualmente i dati scientifici e la verità non interessano a questa amministrazione regionale, ma è solo l’opinione pubblica e gli articoli che escono su Stampa ed altro, ad essere importanti. Articoli totalmente arbitrari, con dati mai verificati dai giornalisti e disseminati con comunicati stampa. La politica nostra regionale cerca solo questo adesso, ed ottengono di più nel “gridare al lupo al lupo” piuttosto che nel fare vedere che si lavora bene nel gestire il problema.
Ed adesso per dimostrare all’opinione pubblica che solo loro fanno la differenza è fondamentale arrivare all’abbattimento di un lupo. Ed abbattere un lupo, per quanto ne vogliamo parlare, non farà la differenza ne per la popolazione di lupi ne per i pastori. E’ solo ed unicamente una mossa politica che fa molto parlare. Io personalmente penso che un giorno si arriverà a questo, ed il meglio è essere preparati con una buona quantità di dati oggettivi e altamente robusti (corredati da pubblicazioni con “alto impact factor” per evitare opinioni spicciole sulla robustezza di dati), per valutare la migliore strategia gestionale per una specie protetta dove il primo obiettivo, nonostante l’eventuale rimozione, è la conservazione della specie a lungo termine. In realtà la molto citata Francia, esattamente questo ha fatto. Noi lavoriamo con i francesi e gli altri stati alpini dal 2002 nell’ambito del Wolf Alpine Group (WAG), producendo documenti di vario genere a livello europeo, ed in Francia con il loro piano gestionale, basato su dati scientifici e modelli (discutibili o meno, ma sicuramente imprescindibili da un approccio gestionale nazionale), hanno rimosso dal 2004 ad oggi solo 6 lupi legalmente sull’intero territorio nazionale. Questa cosa fa la differenza per lupi o pastori? Però gli è costato finanziariamente tantissimo. Questa discussione compare negli articoli che oramai leggo quotidianamente sul lupo sulla Stampa locale o nazionale? NO. Ci sono solo articoli allarmistici, su lupi che mangiano bambini, e creatori di false informazioni e ragionamenti a basso livello culturale, si parla di apertura alla caccia del lupo, quando l’unica cosa che può essere chiesta o permessa è la rimozione di qualche individuo. Articoli che sminuiscono il lavoro di professionisti (vi ricordate quelli usciti forse 1 anno fa sui ricercatori che ululavano ai lupi o studiavano pipistrelli, con nomi e cognomi di qualcuno? Articoli che arrivano sempre dalla stessa strategia e gruppo di persone). [...]
Gli unici che possono divulgare informazioni corrette sono i ricercatori o chi lavora nel settore, che è spesso riluttante a farlo a meno che non venga interpellato. Adesso è ora di scrivere, di scrivere la realtà, di fare vedere concretamente che cos’è il lupo e cosa vuole dire gestirlo con competenza, di spiegare la necessità di lavori scientifici e seri, mentre bisogna fare vedere che cosa sta facendo la Lega riguardo a questi argomenti, della gestione di opinione, dell’ambiente, della gestione faunistica, perché è devastante questo approccio, spiegando invece cos’è la logica di interventi razionali e oggettivi su qualsiasi specie faunistica, a prescindere da qualsiasi schieramento politico.
Il mio unico appello a tutti voi oggi, specialmente a chi ha competenza nel settore, è veramente: SCRIVETE, prendete tutti il tempo di scrivere una breve lettera (1 ora di tempo) ai giornali, alla Stampa che ne ha bisogno, ai direttori delle testate giornalistiche, direttamente al presidente della Regione Piemonte, perché in questo momento questi articoli sul lupo e sulla gestione dei grandi carnivori verranno accettati dai giornalisti e possono fare la differenza, perché solo vedendo che l’opinione pubblica non è schierata verso l’ignoranza, la parte politica rivaluterà delle posizioni. E’ importante inserire i ragionamenti che vengono fatti in lista nell’opinione pubblica. Perché il famoso Corti scrive lettere alla Stampa regolarmente (ed ha una costanza ammirevole). La comunicazione al vasto pubblico è più importante di quello che pensavo, ma oggi gestita ed utilizzata unicamente da chi ha fini politici senza utilizzare volontariamente dati oggettivi; dobbiamo veramente cercare di alzare il tono ed il livello della discussione, e penso veramente che la gente sia critica ed in grado di giudicare più di quello che pensiamo, se dotata di mezzi per giudicare.
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