Su un documento relativo alla dichiarazione dei redditi delle società di persone fisiche del 2011 (ma anche degli anni precedenti), nello specifico all’interno delle tabelle dei redditi agrari in cui compaiono gli animali da allevamento, tra gli animali da pelliccia come lepre, cincillà e visone, compare (ancora) la nutria!
FIG. 1 – la nutria compare tra le specie a reddito nel modello Unico dell’Agenzia delle Entrate (2011 e anni precedenti)
Si decide quindi di telefonare alle Istituzioni competenti per avere una risposta alla seguente domanda: “è possibile allevare ancora oggi le nutrie come animali da pelliccia? E se si, quali leggi bisogna seguire?”
Scrivo una mail alla Camera di Commercio sia Nazionale che di Milano ma a tutt’oggi nessuna risposta. Ecco qui di seguito schematizzato l’iter che ho dovuto seguire per avere una risposta chiara a cui tutt’oggi le autorità competenti non hanno ancora saputo rispondere.
Ci tengo a ringraziare comunque tutti gli Enti preposti per la loro gentilezza nel darmi indicazioni. Il problema infatti non sono loro ma il sistema burocratico che va assolutamente cambiato.
Telefono all’Agenzia delle Entrate che mi rimanda all’Ufficio Legale dell’Agenzia delle Entrate, il quale mi consiglia di telefonare al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, però loro non si occupano di animali da pelliccia ma solo di bovini e foreste, quindi mi passano il CITES il quale però si occupa solo di specie in via di estinzione. Quindi mi comunicano il numero di telefono da chiamare relativo al centralino del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Telefono al centralino e dopo aver esordito con la seguente frase “le nutrie sono pesci?” mi consigliano di chiamare il Ministero della Salute. Quest’ultimo mi dispone due nominativi: un veterinario dell’Ufficio Benessere Animale e un responsabile del Ministero dell’Ambiente. Il primo mi comunica finalmente che a tutt’oggi in Italia è possibile allevare nutrie come animali da pelliccia, perché non sono autoctone e non sono in via di estinzione. La legge che regolamenta gli allevamenti di animali da pelliccia è la 146/2001, un recepimento della CE 98/58. Non ci sono però normative riguardanti le nutrie, ma solo un allegato sui visoni. Quindi non esistono regolamentazioni su come allestire e gestire oggi un allevamento di castorini.
Telefono al Ministero dell’Ambiente e la persona preposta, alla solita domanda, ha una reazione alquanto spropositata, per lui tutti gli animali esotici andrebbero uccisi! La reazione è comunque, in parte, giustificata perché se proprio a causa degli allevamenti di animali da pelliccia, diversa fauna esotica si è diffusa causando vari impatti (ma mai eccessivi a livello assoluto) agli ecosistemi, e comunque sempre e solo a causa dell’uomo, il fatto di poter potenzialmente allevare ancora le nutrie come animali da pelliccia, lascia assai perplessi. Il Ministero dell’Ambiente mi ha comunque consigliato, per sapere con esattezza se ci sia un divieto o meno di allevamento di nutrie, di contattare l’ISPRA.
L’ISPRA, dopo aver contattato l’Associazione Italiana Pellicceria, mi ha comunicato non risultare in Italia esserci allevamenti di nutria (registrati) finalizzati alla produzione di pellicce. Per la produzione di pellicce o manufatti di nutria, gli operatori importano la materia prima dall’estero.
A tutt’oggi quindi, in Italia, la risposta alla domanda “è possibile allevare nutrie come animali da pelliccia?” è: “Si, No.” E da quanto si evince, possono benissimo esistere allevamenti non registrati di castorino e azioni di lobbies venatorie e/o agricole prospettate verso il commercio di pelli e carni di nutria proprio all’estero (ma temo anche in Italia). Non si spiegherebbero altrimenti le continue ordinanze senza base scientifica approvate al solo scopo di cacciare animali da pelliccia in natura.
Non solo, nel prossimo articolo verrà illustrato il business che si cela dietro questo fenomeno antropico.
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