1-F) ipotesi FALSA: la Nutria arreca disturbi all'avifauna
2-F) ipotesi FALSA: la Nutria mangia carne, uova o altre aminità simili
3-F) ipotesi FALSA: La Nutria crea danni agli argini e alle coltivazioni
INEFFICACIA DELL'ERADICAZIONE: siccome la diffusione della Nutria in Italia è avvenuta lentamente (circa 70 anni) e non senza pochi problemi, a causa delle caratteristiche particolari di queste zone (tutte collegare tramite corsi d'acqua più o meno grandi), è impossibile avere le condizioni adatte ad un decisivo controllo ovvero l'isolamento e la localizzazione dei nuclei di questi Roditori. In Inghilterra erano presenti queste codizioni più una serie di inverni rigidi inoltre in Inghilterra il numero non era così elevato come qui in Italia e si è potuto contenere il numero prima di raggiungere la soglia critica. Coloro che devono pagare sono le persone che hanno importato qui questi animali per farne pellicce, coloro che hanno allevato questi animali e coloro che hanno comprato queste pelliccie, occorrerebbe fare una denuncia all'IFTF, sono oro che devono pagare gli eventuali danni causati agli agricoltori. In Italia quindi l'eradicazione è solo uno spreco di denaro pubblico e non ha alcun senso, chi la attua vi sta prendendo in giro e sta mangiando parecchi soldi.
INUTILITA' DELL'ABBATTIMENTO: l'uccisione è una delle cose più inutili e crudeli nonchè denigranti che ci siano al mondo, solo l'uomo infatti può farlo. In questo caso uccidere la Nutria crea lo stesso effetto della potatura su un albero: dovunque lo si tagli troverà sempre un modo per continuare a crescere. Siccome il territorio pineggiante italiano è comunicante tramite canali irrigui e naturali, eliminare le Nutrie da un posto significa dare la possibilità ad altri nuclei di riprodursi e occupare nuove nicchie. L'abbattimento tramite trappolaggio o uccisione è INUTILE e idiota come le persone che lo praticano.
Nutria a Buccinasco (MI)
E' vero che le specie alloctone possono creare danni ma, danni a chi e perche'?
Io sono un biologo e amo la vita (mi affascinano in modo incredibile gli animali) per cui vorrei velocemente analizzare questa affermazione appena scritta. Se un animale per cause naturali (geologiche per esempio) viene a trovarsi in un nuovo ambiente, sia lui che le altre specie andranno incontro a delle interazioni che possono essere: simbiosi, competizione, parassitismo, commensalismo, mutualismo, etc. Va precisato che in Natura tutto e' in equilibrio e tutto tende all'equilibrio. Le dinamiche di popolazione sono molto difficili da analizzare pero' concedimi di fare un esempio molto ma molto semplificativo:
ECOSISTEMA "A"-->in tale ecosistema che puo' essere per esempio una penisola, un'isola, un lago etc. abbiamo:
- numero 5 specie di piante per un valore pari a 50
- numero 1 specie di uccello per un valore pari a 10
- numero 1 specie di rettile per un valore pari a 10
- numero 1 specie di anfibi per un valore pari a 10
- numero 1 specie di mammiferi per un valore pari a 10
- diverse specie di insetti per un valore pari a 10.
Bene, come si puo' notare la somma dei valori e' 100.
Se una specie "X" alloctona entra in questo ecosistema si ha un certo periodo di squilibrio (ricordo che stiamo parlando solo ed esclusivamente da un punto di vista naturalistico) e gli effetti possono essere:
- scomparsa di qualche specie vegetale
- aumento della popolazione di uccelli (che si cibano di cucccioli di roditore per esempio)
- assestamento di popolazione di insetti e conseguente assestamento della popolazione di rettili, anfibi e uccelli
- probabile comparsa di nuove specie vegetali che prima non potevano vivere a causa della competizione di altre piante.
Alla fine si avrebbe un ECOSISTMA "A1" cosi' composto:
- numero 4 specie di vegetali (alcune diverse da quelle dell'ecosistema A) per un valore pari a 40
- numero 1 specie di uccello per un valore pari a 10
- numero 2 specie di mammiferi per un valore pari a 20
- numero 1 specie di anfibi per un valore pari a 10
- numero 1 specie di rettili per un valore pari a 10
- diverse specie di insetti piu' qualche nuova specie per un valore pari a 20
Questo ecosistema e' simile al primo (la somma è sempre 100) ma che mantiene comunque una propria BIODIVERSITA' e soprattutto un PROPRIO EQUILIBRIO.
Con questo cosa voglio dire? che le specie alloctone se trasportate in diversi ambienti per cause naturali possono stabilizzarsi tranquillamente. Il vero problema, cio' che causa gli squilibri piu' spaventosi e' senza dubbio l'azione (senza senso) dell'uomo. L'uomo con le sue monocolture intensive sta violentando la Terra difatti: monocoltura = meno biodiversita' = impoverimento flora = diminuzione di insetti = diminuzione di uccelli = diminuzione di fauna ad ampio raggio e conseguente diminuzione di flora = pericolo geologico (poche radici, poco ricambio di sostanze, terreno più franabile) = morte del terreno = desertificazione = morte per l'uomo. Il giro e' lungo ma queste equazioni mostrano come l'uomo sia (o sara') la propria causa di distruzione.Io sono dell'idea che nessuna creatura debba pagare con la vita (sono creature viventi, hanno il sacro e santo diritto di vivere come noi) gli errori degli umani. Purtroppo lo scoiattolo grigio e' un pericolo altisismo per il nostro caro scoiattolo rosso ma non e' la maniera giusta quella di eradicarlo tramite uccisione. L'uomo ha sbagliato, l'uomo deve riparare. Mi auguro solo che lo soiattolo rosso non diventi l'ennesima vittima dell'estinzione causata dall'immensa ignoranza degli umani (non mi riferisco a tutti naturalmente). Io sarei il primo ad adottare l'introduzione di predatori o comunque competitori naturali della Nutria. E' una strada dura, ma se siamo in tanti ad informare e ad aprire le porte della ragione e della consapevolezza a piu' persone allora tutto e' possibile.
E' d'obbligo ricordare infine che la Nutria NON e' piu' considerata specie alloctona (o aliena) almeno qui in Italia in quanto:
"Secondo la Legge sul prelievo venatorio (L.157/92) e secondo l'INFS qualsiasi nucleo di animali che sia insediato stabilmente in un territorio e' da ritenersi selvatico, quindi sottoposto alla L.157/92: in questo caso Myocastor coypus non è elencata fra le specie cacciabili (Prot.4020/t-A23, 15.11.1999; L.157/92 art.2)". (fonte: http://www.centrostudiarcadia.it/Myocastor%20coypus.htm ).
Nessun commento:
Posta un commento