In Europa la popolazione di Lontra ha subito un drastico calo nel periodo compreso tra il 1960 ed il 1970, a causa dell'inquinamento, della caccia e della riduzione dell'habitat. Attualmente sono presenti popolazioni in buone condizioni in Portogallo, Irlanda, Grecia, Scozia e Russia settentrionale. Le popolazioni di lontra stanno recuperando naturalmente nel resto della Gran Bretagna ed in Finlandia. In Italia la specie è rara o in forte decremento numerico, ed è attualmente una delle specie di Mammiferi maggiormente esposta al rischio di estinzione.
Tutela: La lontra europea è tutelata dalle seguenti convenzioni internazionali:
* Delibera del Consiglio Europeo 82/72, 3/12/1981 relativa alla Convenzione sulla Conservazione della Fauna Europea e degli habitat naturali (Convenzione di Berna), Appendice II.
* Direttiva CEE 92/43 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (Direttiva "Habitat"), Ministero dell'Ambiente.
* CITES (Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora). Appendice I.
* Regolamento CEE 338/97, relativo alla protezione di talune specie della flora e della fauna selvatiche mediante il controllo del loro commercio (recepimento del CITES a livello europeo), Allegato A.
Da: Prigioni, in Mitchell-Jones et al. The atlas of European mammals. London: T&AD Poyser, 1999
Pericoli per la sopravvivenza della specie
Collocandosi ai vertici della catena alimentare, la Lontra è particolarmente esposta agli effetti prodotti dalle alterazioni del suo ambiente di vita. Il declino delle popolazioni, sia a livello europeo sia italiano, è attribuibile all'azione combinata di più fattori, tra i quali i principali sono: l'inquinamento delle acque, la distruzione dell'habitat, la caccia condotta indiscriminatamente e il disturbo antropico. Ad essi va aggiunto, almeno per alcuni Paesi, il traffico stradale.
Inquinamento dell'acqua
Gli effetti prodotti dall'inquinamento idrico sulla Lontra possono essere distinti in due grandi categorie: quelli indiretti, identificabili con la compromissione delle sue risorse alimentari o più in generale dell'ambiente, e quelli diretti, dovuti al bioaccumulo di sostanze tossiche (tra cui i piombini delle cartucce durante la caccia e gli ami abbandonati dai pescatori).
Compromissione dell'ambiente naturale
Gli ambienti acquatici sono in genere i più facilmente soggetti a degradazione a causa della loro intrinseca fragilità; qui, dunque, le modificazioni ambientali agiscono con effetti amplificati. La Lontra è una delle principali componenti faunistiche ad aver risentito della compromissione degli habitat naturali avvenuta soprattutto negli ultimi decenni. La situazione dei fiumi italiani dal punto di vista degli interventi di regimazione (come arginatura, canalizzazione, deviazione o rettificazione del corso, ecc.) è drammatica. Tali interventi comportano modificazioni dirette dell’ambiente, innanzi tutto la distruzione della vegetazione riparia e, secondariamente, variazioni chimico-fisiche delle acque. La rimozione della vegetazione ripariale ha profonde ripercussioni negative sull'intero ecosistema acquatico fluviale.
La persecuzione
La caccia ha una grande responsabilità nel declino della specie in diversi paesi europei. Sebbene i dati desumibili da varie fonti storiche siano molto frammentari, è stato stimato che durante il secolo scorso siano state uccise oltre 541.000 lontre, pari ad una media annua di circa 5.700 esemplari. Questi dati sono senz'altro in difetto, considerato che per diversi paesi non si dispone di notizie storiche. Considerata un flagello per il patrimonio ittico, oltre che preda ambita per la sua pelliccia, la Lontra ha subito una spietata persecuzione che, molto spesso, veniva incentivata con taglie e premi anche elevati. La caccia era praticata (e in parte lo è ancora) sia con tagliole, lacci e trappole di vario tipo, sia con mute di cani appositamente addestrati. Anche in Italia, dove questo Mustelide è stato considerato "nocivo" fino al 1971 e cacciabile fino al 1977, la persecuzione ha fatto numerosissime vittime; una stima complessiva delle lontre abbattute è riportata per il decennio 1963-73, periodo in cui sarebbero stati uccisi non meno di 660 esemplari (Cagnolaro et al., 1975). Questo dato è una chiara testimonianza che circa trent’anni fa la specie era ancora abbastanza diffusa e abbondante.
La lontra ormai è giunta sull'orlo dell'estinzione a causa dell'azione devastante dell'uomo che, cacciando, cementificando ed inquinando i fiumi, costruendovi ponti, case, strade e ferrovie ha ridotto drasticamente il suo habitat.
Inoltre, a causa dei danni che provoca alla fauna ittica, in quanto ottima pescatrice, è stata sempre perseguitata dall'uomo e anticamente venivano offerte ricompense ai cacciatori semplicemente per il suo abbattimento. Oggi è molto ricercata la sua pelliccia, usata per preparare vari capi di vestiario, mentre con i peli della coda si fanno pennelli e con la parte lanosa del pellame si confezionano copricapo.
Le cause che hanno portato le popolazioni, sia italiane e sia europee, sull’orlo dell’estinzione, sono attribuibili ad una serie di fattori concomitanti, tra cui i più importanti sono:
• Inquinamento delle acque con sostanze tossiche o eutrofizzanti;
• Alterazione dell’habitat con il prosciugamento delle aree umide, la captazione delle acque per scopi irrigui o idroelettrici, l’arginatura artificiale di canali e fiumi;
• Caccia e bracconaggio;
• Disturbo antropico dovuto soprattutto alle attività “ricreative”, come per esempio la pesca.
Molte sono le analogie che accomunano dal punto di vista della sopravvivenza la lontra con la nutria (castorino).
LONTRA:
- Cacciata per la pelliccia
- Considerata nociva (in realtà non lo è)
- Può scavare tane negli argini ma occupa spesso tane già esistenti
- Si ciba di pesce e i “pescatori” si lamentano
- Mercato nero per la pelliccia attualmente attivo
NUTRIA:
- Cacciata per la pelliccia
- Considerata nociva (in realtà non lo è)
- Può scavare tane negli argini ma occupa spesso tane già esistenti
- Si ciba di vegetazione e i “contadini” si lamentano
- Mercato nero per la pelliccia (e la carne) attualmente attivo
E’ importante che la nutria non faccia la stessa fine della lontra ma che anzi venga valorizzata per quello che è veramente, un castoro di palude che grazie alla sua presenza mantiene vivi gli ecosistemi della Pianura Padana e non solo. La persecuzione verso la lontra e la nutria oltre ad essere estremamente antiscientifica è anche biologicamente, ecologicamente, eticamente e moralmente inaccettabile. Non è giusto che a causa dei soliti interessi economici di poche lobbies (venatorie in primis) sia sempre l’ambiente a pagarne le conseguenze. E’ fondamentale che le Amministrazioni pongano fine ai rapporti con il mondo venatorio e che instaurino una miglior sinergia con le persone e le organizzazioni preposte ad una vera, corretta e più scientifica gestione faunistica.
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