Interveniamo in risposta all’intervento
del medico veterinario forense Dott. Luca Migliorisi nella rubrica “I
vostri quesiti” dell’8 maggio u.s. a proposito della supposta
pericolosità sanitaria della specie Nutria (Myocastor coypus), con particolare riguardo alla trasmissione della Leptospirosi.
Spiace constatare come al dott.
Migliorisi, che “dovrebbe” conoscere bene la materia, sfugga
l’importante distinzione tra analisi sierologica e analisi
microbiologica.
Differenza sostanziale, rilevando nel
primo caso la sola presenza di anticorpi (dovuta alla semplice
esposizione ad un’infezione) e nel secondo la presenza vera e propria
del batterio vettore della patologia.
In effetti, come chiaramente rilevato in occasione del 1° Convegno internazionale sulla Nutria tenutosi
il 18/06/2011 a Pavia, e come più volte dimostrato dalle analisi
effettuate dalla totalità degli Istituti Zooprofilattici, la Nutria non
rappresenta a tutt’oggi in Italia un rischio igienico sanitario. La
percentuale di individui positivi alle analisi anticorpali si è rivelata
minima, ma soprattutto è stato isolato solo in rarissimi casi l’agente
patogeno nel corpo dell’animale, che deve pertanto qualificarsi solo
come portatore secondario ed occasionale della patologia.
Prima di formulare giudizi affrettati,
dichiarando la Nutria diffusore di pericolose patologie (forse per
favorire inefficaci quanto dispendiosi piani di abbattimento) sarebbe
pertanto doveroso informarsi seriamente su dati e metodi utilizzati…
Ricordiamo, citando fonti autorevoli
(ISPRA), come le stesse immissioni faunistiche a scopo venatorio
costituiscano invero una tra le principali cause di diffusione di
patologie e come, statisticamente, risulti maggiormente probabile
contrarre un elevato e “variegato” numero di zoonosi dai nostri più
comuni animali domestici, sia da compagnia che da cortile.