sabato 28 marzo 2009

Eradicazione delle Nutrie: inutile, dannosa e dispendiosa

Pubblichiamo un articolo della collega biologa che gestisce il sito http://www.felinesoul.net :


FIG. 1 - Coypu (Myocastor coypus)

L'areale originario della Nutria si estende dal Brasile, Bolivia e Paraguay fino alle zone più meridionali del Sud America (Argentina e Cile). A seguito di introduzioni per la produzione commerciale delle pellicce la specie risulta attualmente naturalizzata in diversi paesi del Nord America, Asia, Africa ed Europa.

Allo stato attuale delle conoscenze i tentativi di eradicazione di popolazioni di Nutria nei paesi ove la specie è stata introdotta si sono rivelati infruttuosi. L’unica eccezione è rappresentata dalla Gran Bretagna dove, dopo una campagna di controllo numerico mediante trappolaggio durata diversi anni, si è arrivati, alla pressoché completa eliminazione della specie (Cocchi e Riga 2001). Tuttavia l’eradicazione della Nutria in Gran Bretagna sarebbe stata coronata da successo solo perché favorita da inverni particolarmente rigidi. La scomparsa della Nutria in Gran Bretagna sarebbe quindi da imputare più a fattori climatici che all’intervento umano, che può aver al più accelerato un processo naturale già in atto (Gosling e Baker, 1989). In Francia, nonostante il notevole sforzo intrapreso, non si sono ottenuti risultati analoghi. Le campagne di limitazione numerica condotte in alcuni comprensori mediante la somministrazione “controllata” di rodenticidi non sembrano aver sortito risultati definitivi. Il calo numerico della popolazione ottenuto con le campagne di controllo, supportato dalle gelate invernali e dalle alluvioni che hanno contribuito alla riduzione degli effettivi per morte e per dispersione, è stato ampiamente compensato da fenomeni d’immigrazione da aree limitrofe. Ciò ha riportato le consistenze su densità simili a quelle precedenti l’attuazione degli interventi. A titolo indicativo si consideri come, in assenza di fattori climatici estremi, una popolazione sottoposta a questo genere di campagne di controllo diretto possa recuperare le densità originarie in meno di un anno (Micol, 1990). In Italia si è tentato più volte di arginare la numerosità della Nutria tramite interventi di abbattimento con scarsi risultati (Velatta e Ragni 1991, Velatta 1994, Tocchetto 1997).

In una revisione critica circa le condizioni necessarie affinché l’eradicazione di specie introdotte possa sortire esiti positivi, Bomford e O’Brien (1995) individuano sei requisiti che occorre si realizzino contemporaneamente.

Questi sono:

1) un tasso di rimozione maggiore dell’incremento naturale della popolazione;

2) la mancanza di fenomeni d’immigrazione;

3) tutti gli animali riproduttivi devono essere potenzialmente catturabili;

4) contattabilità degli animali anche a basse densità;

5) analisi costi-benefici favorevole all’eradicazione;

6) un adeguato consenso socio-politico. La contemporanea presenza di tutte le condizioni sopra evidenziate si verifica in un limitatissimo numero di casi. Ciò spiega il perché di tanti fallimenti.

Al fine di ovviare almeno parzialmente a problemi contingenti di danno si ricorre spesso ad azioni locali di controllo numerico tramite abbattimento. Questi interventi di rimozione parziale rischiano tuttavia di destrutturare le popolazioni inducendo sostanziali alterazioni a livello demografico (classi d’età più giovani, cattura selettiva a favore dei maschi) creando le condizioni per un successivo incremento della capacità di crescita delle popolazioni (reclutamento ed immigrazione). Bisogna altresì tenere conto del notevole disturbo che tali pratiche arrecano alla fauna locale, soprattutto qualora si agisca nell’ambito di aree protette o parchi. In questo senso tali azioni appaiono tutt’altro che risolutive rischiando, in una prospettiva di medio termine, di creare più problemi di quanti ne risolvano e fungere da volano biologico all’incremento del tasso di crescita delle popolazioni (Cocchi e Riga 2001).

Bibliografia

Bomford M., P. O’Brien, 1995 - Eradication or control for vertebrate pests? Wildlife Society Bulletin 1995, 23 (2): 249-255.

Cocchi R. e F. Riga, 2001 - Linee guida per il controllo della Nutria (Myocastor coypus). Quad. Cons. Natura, 5, Min. Ambiente - Ist. Naz. Fauna Selvatica.

GOSLING L. M., S. J. BAKER, 1989 - The eradication of muskrats and coypus from Britain. Biol. Journ. Limnean Society, 38: 39-51.

VELATTA F., 1994 - Risultati della campagna sperimentale di controllo della popolazione di Nutria del Lago Trasimeno. Corso di gestione della fauna selvatica in aree ad elevata vocazione faunistica. Ozzano dell’Emilia, 23-27 maggio 1994.

domenica 22 marzo 2009

LEPTOSPIROSI e NUTRIE: UN'ANALISI CRITICA, BIOLOGICA e SCIENTIFICA

La Leptospirosi è una patologia causata dalla specie spirocheta Leptospira. Esistono circa 230 specie patogene e 60 non patogene. La Leptospirosi si sviluppa in molti animali selvatici e domestici. Alcuni animali sono portatori (e vettori) ed eliminano l'agente patogeno con le urine, altri animali invece presentano un decorso letale.
Le infezioni accidentali in specie non serbatoio possono dar luogo ad episodi clinici anche gravi, ma non evolvono mai nello stato di portatore e di regola non danno luogo a catene infettive autonome. L’uomo si configura come ospite accidentale.
Di seguito verranno elencati schemi utili con le principali informazioni sulla leptospirosi:

CONTAGIO
- diretto: ingestione di urine e tessuti di animali infetti (carni poco cotte per esempio), contatto di tessuti o liquidi infetti con cute solo se abrasa.
- indiretto: contatto con leptospire diffuse nell'ambiente (quindi già presenti indipendentemente dai vettori e di conseguenza dalla presenza della Nutrie).

CONDIZIONI NECESSARIE AL CONTAGIO
- solo soggetti anziani, malati o con sistema immunitario debole possono presentare dei rischi.
- solo le sierovarianti patologiche sono causa della malattia.
- solo i contagi diretti presentano una maggior probabilità di aver contratto il batterio.

DIAGNOSI
- il 90% dei soggetti colpiti può sviluppare una lieve malattia.
- identificazione tramite impregnazione argentica, esame delle colture e PCR.

EPIDEMIOLOGIA
- la malattia colpisce moltissime specie di mammiferi sia domestici che selvatici, è quindi impossibile individuare a priori e senza uno studio approfondito i serbatoi del batterio.
- tra gli animali domestici che vengono colpiti e che possono essere portatori di questa patologia ci sono i CANI, GATTI, BOVINI, SUINI, EQUINI. Non a caso la leptospirosi è una malattia professionale che colpisce soprattutto gli agricolotori, gli allevatori e gli operai che lavorano nella macellazione.
- la leptospirosi è una malattia diffusa in tutto il mondo in aree urbane e rurali.

PORTATORI o VETTORI PRIMARI
- ratti, cani, procioni, topolini dei campi.

PORTATORI OCCASIONALI o VETTORI SECONDARI (meno importanti)
- roditori selvatici (Nutrie, scoiattoli), cervi, opossum, volpi, mammiferi marini.

Un serbatoio di infezione molto vicino all' uomo può essere sovente il cane. Quest' ultimo può contagiarsi per ingestione delle urine di ratto infetto con il leccamento di queste. Le urine di ratto infatti possono ricordare l'odore di quelle delle cagne in calore.

DATI DI LETTERATURA SCIENTIFICA
Gli allarmismi diffusi periodicamente li additano come diffusori di zoonosi e tra esse della Leptospirosi. Analisi mirate effettuate in questi anni presso gli Istituti di Zooprofilassi su carcasse di Nutrie provenienti da uccisioni programmate o da investimento stradale hanno fatto emergere dati inequivocabili: la frequenza di positività sierodiagnostica alle diverse forme di Leptospire è risultata bassa e paragonabile a quella normalmente riscontrata in altri animali selvatici presenti negli stessi ambienti, ma certamente inferiore a quella dei più comuni e ubiquisti ratti di chiavica. Il presupposto serbatoio epidemico delle Nutrie quali vettori di forme microbiche d'importanza zoonotica è comunque risibile di fronte a quello provocato volontariamente con l'introduzione a fini cinegetici di Lepri , Silvilaghi e Cinghiali (dati diffusi annualmente dalla sezione europea della WDA - Wildlife Disease Association). Introduzioni fermamente volute dalle associazioni venatorie e patrocinate dalle Province e che si rivelano estremamente rischiose per la sopravvivenza dei Leporidi e Ungulati autoctoni, oltre che per gli allevamenti di conigli e suini. (ODV, 1997; Wildlife Disease Association, 1998; Scaravelli & Martignoni, 2000; IZP Brescia, 2000).

Tratto dal sito del Ministero dell'Ambiente: si è ipotizzato che la specie possa rappresentare un rischio di natura igienico-sanitaria conseguente alla riscontrata positività di alcuni esemplari alla leptospirosi, tuttavia il suo ruolo epidemiologico quale diffusore ambientale dell'infezione risulta solo secondario ed occasionale.

Altri studi (anche molto recenti) eseguiti in diverse zone in Italia hanno dimostrato che non sussiste alcun pericolo sanitario che imputi la Nutria come unico o principale resposabile nella diffusione della leptospirosi. Le analisi che vengono eseguite si basano per lo più sulla sola presenza di anticorpi contro la leptospira il che non significa che l'animale in esame sia affetivamente un portatore. Solo in una scarsissima percentuale di nutrie (appartenenti ad un certo gruppo) è stato possibile isolare un ceppo di spirochete.
Va ricordato inoltre che per una analisi corretta e preattamente scientifica, non ha senso effettuare tali misurazioni su campioni di Nutrie che vivono nei pressi di allevamenti di animali domestici in quanto è palese la presenza di leptospirosi.

Referenze:
- http://www.izsvenezie.it/dnn/Areetematiche/Zoonosi/Leptospirosi/tabid/347/Default.aspx
- http://www.antropozoonosi.it/Malattie/Leptospirosi%20def/Leptospirosi.htm
- Manuale MERK per la salute
- http://www.centrostudiarcadia.it/Myocastor%20coypus.htm
- http://www.minambiente.it/index.php?id_sezione=904

venerdì 13 marzo 2009

NUTRIE IN GIARDINO: COSA FARE

A qualcuno forse sarà capitato di vedere una Nutria in un giardino pubblico o privato e, non sapendo di che animale si tratti, si sia domandato: "cosa posso fare"?
Ebbene, se l'animale in questione è un Coypu (Myocastor coypus) - o nutria - non c'è nulla da temere.

Prima di tutto bisogna sapere che la Nutria:
1) è un CASTORO SUDAMERICANO (Roditore, prettamente vegetariano),
2) è docile e mansueto ma anche curioso e timoroso, NON è aggressivo e NON attacca (è una preda e in condizioni normali tende sempre a scappare; solo se molestato o impaurito tende a difendersi come ogni altro animale),
3) NON è portatore di malattie (può rappresentare tutto al più un vettore secondario ma solo in determinati casi, di conseguenza, anche a detta degli Istituti Zooprofilattici, non esistono pericoli igienici o sanitari derivanti dalla presenza delle Nutrie, anzi, sono animali molto puliti),
4) è una creatura vivente e come tutti gode del diritto all'esistenza (va ricordato che è stata importata dall'uomo e tutt'ora vi sono individui che allevano illegalmente nutrie per introdurle illecitamente a scopo venatorio).

Appurato ciò, per sapere se l'animale che si ha di fronte è davvero un Coypu, consiglio di scattare qualche foto e inviarle al sottoscritto tramite i contatti presenti in questo blog.
Una volta accertato che si tratta di un Coypu:
- avvisare gli Uffici Diritti Animali della zona o gli Uffici Ecologia del proprio Comune,
- avvisare associazioni animaliste e ambientaliste come LAV, LAC e altre locali,
- contattate il sottoscritto per eventuali consigli.

Infine, fermatevi un attimo e osservate questo dolcissimo roditore: è da circa 30 milioni di anni che vive sul Pianeta Terra ed è un'emozione poterlo vedere vivere tranquillamente "pascolando" nel giardino di casa o nuotanto in un corso d'acqua. Contemplare la vita aiuta a vivere meglio.
E' di gran lunga preferibile qualche filo d'erba in meno (che poi ricresce) piuttosto che aria, terra e acqua inquinata dalle attività umane.


FIG. 1 - Coypu (Nutria) in braccio ad una persona. Dimostrazione della affettuosità e dolcezza di questi animali

venerdì 6 marzo 2009

LETTERATURA SCIENTIFICA: SERIETA', COMPETENZA E AFFIDABILITA' DEL BLOG SULLA NUTRIA

A breve saranno pubblicati alcuni estratti di articoli scientifici che riguardano le vere informazioni relative al Coypu (Nutria) dalle quali il qui presente blog trae spunto.
Il blog "La Nutria - Myocastor coypus" si basa su fonti e riferimenti bibliografici seri e di stampo rigorosamente scientifico. Si avvvale inoltre del metodo empirico ed è super-partes nella discussione del fenomeno Nutrie.
Torno a ricordare che in questa sede vengono fornite solo informazioni veritiere su questo roditore e vengono smascherate e ribatture tutte le disinformazioni scritte o dette su giornali e tv. Spesso gli articoli sono scritti per essere facilmente compresi dal grande pubblico in quanto gli scopi del blog sono proprio volti alla divulgazione scientifica, alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica, allo studio e ricerca di questo affascinante animale.
Verranno oltremodo citati e approfonditi alcuni aspetti relativi al controllo dell'attività del Coypu (Nutria) nei riguardi dell'ambiente.
Il curatore del blog, biologo, è in possesso di diversi articoli scientifici redatti sulla base di ricerche serie e competenti. Tutto ciò qui pubblicato si basa quindi su prove sia ufficiali del mondo accademico che empiriche sull'osservazione diretta. Essendo indagini eco-etologiche hanno pertanto un importante valore sia culturale che scientifico.