giovedì 8 marzo 2012

INSERIRE LA NUTRIA TRA LE SPECIE CACCIABILI: E’ SCIENTIFICAMENTE UNA PURA FOLLIA!


Pochi giorni fa al governo è giunta una risoluzione (ripresa in maniera ironica ma assai astuta e intelligente QUI) che ha dell’incredibile ma anche per questo è facilmente intuibile da chi arriva (ovvero dalle solite lobbies venatorie e agricole in primis). Tale documento chiede alla Commissione in oggetto di inserire la specie Nutria (Myocastor coypus) tra le specie cacciabili e quindi favorirebbe la caccia aperta alla nutria tutto l’anno e in ogni dove, in barba alle leggi in vigore di tutela e protezione della biodiversità e degli habitat.
Cosa significa questo? Prima di analizzare brevemente le terribili conseguenze va ricordato che nel giugno del 2011 a Pavia si tenne il primo convegno internazionale sulla nutria e in questa sede la stessa ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha dichiarato e dimostrato la NON FATTIBILITA’ di introdurre la nutria quale specie cacciabile [1]. Questa risoluzione quindi è anticostituzionale (non rispetta la legge nazionale 157/92) e deve essere revocata il più presto possibile perchè va contro gli studi scientifici proprio dell’unico organo un po’ più competente in materia di fauna selvatica in Italia ovvero l’ISPRA (ex-INFS).
Ciò rappresenta un fatto grave perchè effettivamente non tiene conto del tavolo tecnico – scientifico (eccetto per alcuni rappresentanti allora presenti) quale era il convegno internazionale sulla nutria. Secondo le lobbies sopra citate quindi, i validi studi scientifici (che costoro si guardano bene dall’eseguire) non hanno valore e questo è un vero affronto all’Etica, alla Scienza, alla Nazione e alla Natura ivi presente dimsotrando la loro totale malafede.
Le ipotesi su cui si basano gli assunti del documento in questione sono assai opinabili.
 
1) ASPETTO IGIENICO-SANITARIO: le analisi eseguite negli anni da vari Istituti Zooprofilattici Italiani e presenti in alcuni articoli scientifici hanno dimostrato che NON SUSSISITE NESSUN RISCHIO SANITARIO. La Nutria non è portatrice di leptospirosi o tutto al più può esserne portatrice solo secondaria ed occasionale in precisi contesti (allevamenti bovini, presenza di scarichi fognari abusivi) ma le leptospire sono presenti nell’ambiente a prescindere dalla presenza delle nutrie. [2]
 
2) ASPETTO BIOLOGICO: la nutria è un roditore naturalizzato e quindi appartenente alla fauna selvatica italiana. La sua biologia ed ecologia lo rendono un animale che ben si adatta ai nostri ambienti e vive in armonia con fauna e flora locali, dove gli ambienti non siano stati degradati dalle attività antropiche ovviamente. [3]
 
3) ASPETTO RELATIVO AI DANNI: secondo studi scientifici e dati ufficiali, la Nutria non arreca danni gravi all’agricoltura o alle infrastrutture. A presciendere dalla specie in questione, la cattiva gestione dei fondi e la mancanza di manutenzionale sono le cause principali dei dissesti idrogeologici e delle eventuali perdite agricole. Le aziende venatorie causano enormemente molti più danni. [4]
 
4) ASPETTO GESTIONALE: studi scientifici hanno dimostrato la non efficacia e l’inutilità degli abbattimenti. Sparare alle nutrie tutto l’anno significa incrementare in maniera esponenziale la proliferazione di questo roditore con tutte le relative conseguenze nonchè creare forti squilibri ai vari ecosistemi. Ci perderanno tutti eccetto le associazioni venatorie e le industrie delle armi (e del commercio nero di pelli e carni). Per una assurda economia di casta si sta per mandare al macero il nostro meraviglioso ambiente naturale. Esistono vari metodi di gestione ecologica della nutria, molto efficaci ed economici ma che “purtroppo” scriveranno la parola FINE al mercato venatorio e bellico. [5]

Quali saranno i rischi e quindi le conseguenze disastrose di una eventuale e malaugurata approvazione di tale risoluzione? Innanzitutto sarà un vero disastro ecologico e naturalistico dato che si prevederà di cacciare la nutria tutto l’anno, eventualmente, anche in zone ora interdette alla caccia (Oasi, Parchi, ecc.).
E’ preoccupante il fatto che chi legifera in quella sede non abbia la ben che minima conoscenza in ambito biologico e naturalistico e non sappia nulla della specie Nutria se non le menzogne raccontate solo da determinate lobbies. La Nutria infatti è una specie che vive a contatto con l’acqua, quindi in zone umide sia naturali che seminaturali (paludi, stagni, fontanili, risorgive, laghi, fiumi, ecc.). Queste zone sono protette dalla direttiva Habitat ad esempio. Siccome l’acqua è sinonimo di vita, tali zone rappresentano degli “hot spot” di biodiversità e presentano equilibri ecologici sensibili. Approvare un tale affronto verso la Natura, quale è questa risoluzione, equivale a condannare a morte ambienti di elevato pregio naturalistico. Infatti molte specie diverse vivono in queste zone insieme alle nutrie come anatidi, anfibi, pesci, rettili, piccoli mammiferi, invertebrati, ecc. Tutto ciò avrebbe un impatto negativo a livello di sostenibilità ambientale (inquinamento da piombo, disturbo dell’avifauna, degrado ambientale, ecc).
Chiunque abbia un cuore e un briciolo di intelligenza (e consocenza) ha ben compreso cosa si cela dietro questa assurda e antiscientifica risoluzione che distruggerà l’ambiente solo per l’ingordigia dei soliti noti.
Si auspica quindi un ravvedimento della coscienza di chi rappresenta le vere Istituzioni a tutela dell’ambiente perchè crediamo che la Natura non abbia prezzo e sarebbe ora di dire basta ai soprusi delle lobbies. Per amore della Vita, per amore del Pianeta.

3 – La Nutria (Myocastor coypus): Biologia, Ecologia e Gestione (Marin M., Venturini S.)
5 – Tra i molteplici esempi, segnaliamo: http://wdfw.wa.gov/living/nutria.html

domenica 4 marzo 2012

ORDINANZE SULLE NUTRIE – parte 2: LE RIFLESSIONI

E’ stato considerato dal Legislatore (L.157/92 art. 19) come “intervento straordinario”, diverso dalla caccia, eseguibile solo per motivi particolari da un numero ristretto di persone.
Il controllo della fauna selvatica, se non “gestito bene”, rappresenta un elemento di forte conflitto tra Amministrazioni e società (agricoltori, cacciatori, ambientalisti, ecc.)

L’ABBATTIMENTO, LA CATTURA SONO METODI “ECOLOGICI”?

Attualmente esiste molta confusione nella terminologia e normativa faunistica…

Data l’importanza assunta dal termine è opportuno chiarirsi sulle definizioni
Ai sensi della L. 157/92, ed in particolare all’art.19, il “controllo” della fauna selvatica può essere definito come l’insieme delle azioni (dirette od indirette) finalizzate alla prevenzione/limitazione/riduzione dei danni causati da una specie faunistica.
Il controllo quindi:
- è un caso particolare della gestione faunistica
- non è finalizzato al raggiungimento di obiettivi diversi dalla riduzione dei danni (es. un valore di densità)
- non è il “prelievo venatorio” (non è “caccia”)
Quali sono le modalità con cui si può dare attuazione alle azioni di controllo?
La L. 157/92 al proposito così recita: “ Tale controllo, esercitato selettivamente, viene praticato di norma mediante l’utilizzo di metodi ecologici su parere dell’INFS (ISPRA)
Quindi:
- il controllo deve essere “selettivo”
- esistono casi “normali” (di norma…) in cui le azioni di controllo vengono praticate  con metodi ecologici;
- i metodi ecologici sono indicati (su parere…) dell’ISPRA.

MA QUALI SONO I METODI “ECOLOGICI”?
 
All’ISPRA spetta il compito di individuare i metodi ecologici applicabili per ciascuna specie/situazione.
Ma, tecnicamente, quale caratteristica devono avere i metodi di controllo faunistico?
Il maggiore aiuto ce lo danno ancora una volta le sentenze (perché verosimilmente costituisce uno degli argomenti con maggior contenzioso).
I piani provinciali di abbattimento devono dar conto del previo esperimento di metodi ecologici e dell’inefficacia di detti metodi incruenti certificata dall’INFS (ISPRA)” (TAR Friuli Venezia Giulia, 22 novembre 2007, n. 732)
“ La lettura dell’art. 19, co. 2 della Legge 11 febbraio 1992, n. 157, infatti, rende evidente che l’abbattimento della fauna costituisce un’opzione del tutto subordinata ed eventuale rispetto all’utilizzo di metodologie ecologiche” (TAR veneto, sez. II, 24 ottobre 2008, n. 3274)

METODO ECOLOGICO=METODO INCRUENTO
 
Quindi per la risoluzione dei danni l’ISPRA dovrebbe indicare (solo) metodi ecologici (ed incruenti).
Con il termine “metodi ecologici” si individua l’insieme delle azioni dirette volte alla limitazione numerica di una specie selvatica agendo tramite accorgimenti basati sull’ecologia o sull’etologia della specie.
Esempi di metodi ecologici:
•    Reintroduzione (ove manchino) dei predatori naturali (come la volpe, invece cacciata!)
•    Diminuzione delle risorse alimentari artificiali (i campi coltivati per gli erbivori), ponendole in “indisponibilità” (fascia”tampone”)
•    Siepi campestri
•    Reti per le sponde arginali
•    ecc.

Ancora la L. 157 precisa che : “Qualora l’Istituto (ISPRA,n.d.r.) verifichi l’inefficacia dei predetti metodi (ecologic, n.d.r.) lePprovince possono autorizzare piani di abbattimento”.
All’ISPRA dunque la norma demanda:
1)    Sia l’indicazione dei metodi ecologici
2)    Sia la verifica sulla loro efficacia
Una volta verificata tale inefficacia l’autorizzazione all’abbattimento parrebbe essere possibile. E ciò senza la necessità di ottenere un parere dell’ISPRA.

UN ANNOSO EQUIVOCO
In passato nella maggior parte dei casi le Province che avevano problemi di danni da fauna selvatica:
-  hanno sempre chiesto il parere dell’ISPRA, anche se ciò non rappresentava una condizione necessaria, non trattandosi di provvedimenti connessi alle specie di cui alla Direttiva 79/409/CEE (uccelli selvatici). Questo rapporto diretto con l’Istituto è stato ricercato  verosimilmente per conferire una sorta di “legittimazione” ai propri atti.
- hanno spesso proposto un “Piano di controllo” con delle soluzioni comprendenti l’abbattimento (Mantova è andata oltre: non li ha nemmeno contemplati passando direttamente alle gabbie-trappola (vedi art. 3 “criteri ispiratori”)!!!).
- l’ISPRA ha sostanzialmente dato pareri su quello che le Province richiedevano, entrando nel merito delle metodologie di abbattimento.
- questo ha originato una serie di problemi tecnici ed amministrativi (contenzioso – vedi sentenze).

IN QUESTO MODO PERO’ SI PERMETTE “LA DERIVA” DEI COMPORTAMENTI AUTORIZZATIVI PROVINCIALI.

CONTROLLO=ABBATTIMENTO=CONTENIMENTO=CACCIA

I PIANI DI ABBATTIMENTO (con le modalità consone):
•    Sono attuati con la presenza diretta di un Agente di Vigilanza di cui all’art. 51, coordinata dalla Polizia Provinciale.
Pertanto:
•    Sono “fuori legge” gli interventi effettuati da cacciatori o proprietari da soli…

Infine, secondo lo stesso ISPRA, la definizione di metodi ecologici è la seguente:
“[...] metodi che non determinanola sottrazione di individui (per abbattimento ma anche per cattura e traslocazione) dalla popolazione interessata. Sono quindi metodi ecologici:
- gli interventi che deprimono in maniera indiretta la dinamica delle popolazioni agendo sui fattori limitanti (risorse alimentari, siti di rifugio o riproduzione, ecc.);
- la messa in opera di mezzi di protezione fisica dei beni danneggiabili (recinzioni fisse, reti mobili, pastore elettrico), o di strumenti dissuasivi (visivi, olfattivi, acustici, ecc.);
- la predisposizione di fonti trofiche alternative a quelle offerte dalle risorse danneggiabili.”

SCAMBIO DI RUOLI TRA NUTRIA E UOMO

Oggi le noi qui presenti nutrie e gli altri animali oggetto di persecuzioni da parte dell'uomo (soprattutto cacciatore) siamo riuniti in questa Commissione per approvare una risoluzione urgente onde porre fine a questa metastasi umana che da troppo tempo sta distruggendo il mondo.
Gli Enti presenti vengono di seguito elencati:
- Governo-nutria alias Governo
- ISpDA (Istituto Superiore per la Distruzione Ambientale)
- malaFEDERFAUNA (organizzazione criminale-mafiosa per il controllo della fauna)
- federcacc(i)a alias federcacca (federazione cacciatori di cacche)
- coldispetti (cosca di coltivatori "terra nostra")
Il Governo dopo aver sentito tutte le parti chiamate in causa (anche se sono solo quelle con un grande conflitto di interesse senza che nessun tecnico super-partes abbia partecipato alla seduta onde evitare di avere noie), approva il contenimento tramite abbattimento con arma da fuoco o in alternativa con gabbie trappola (e successiva eutanasia) della specie uomo "homo sapiens" che di sapiens ha poco o niente (si tratta probabilmente di manie di onnipotenza e sindromi da antropocentrismo).
Sentite le pappardelle dell'ISpDA che non staremo qui a sciorinare;
Accolte le dicerie (false e tendenziose) di malaFEDERFAUNA secondo la quale in Europa ci sarebbero solo (non si sa bene da dove arrivi questo risultato) circa 250 milioni di nutrie a fronte di 700 milioni di esseri umani che si riproducono a dismisura e causano danni alla società civile, agricola, industriale e anche agli abitanti di altri pianeti. La stessa malaFEDERFAUNA istiga il governo a sparare a vista alle persone proprio per via di questo enorme ammontare di materia organica;
Approvate le scuse campate per aria di federcacca secondo la quale gli uomini costruiscono infrastrutture inutili e che impattano con l'ambiente, una su tutte per esempio la boiata della TAV che serve solo ad ingrossare la criminalità organizzata;
Sentita coldispetti che dice che gli uomini causano danni al terreno, provocano povertà, fame nel mondo, promuovono guerre per accaparrarsi le materie prime lasciando volutamente i paesi e le persone sotto la soglia di povertà, creano e diffondono malattie di tutti i tipi (altro che la sola e facilmente curabile leptospirosi);
Accolte anche le pressioni e le corruzioni nonchè le falsità e i crimini delle associazioni svenatorie come BigDickHunter, la Dea della Cacca, il Cagatore, Migrastoria, Dianna e gli uffici cacca e piscia delle varie Province;

PROCLAMA IN MANIERA INCONTROVERTIBILE ED IRROVACABILI PERCHE' COSI' E' SCRITTO E COSI' SARA' FATTO:


Resoconto della XIII Commissione permanente
(Natura)
XIII Commissione
Mercoledì 29 febbraio 2012
Risoluzioni n. 7-00351 Bianco e 7-00677 Zucchina: Iniziative per il contenimento degli uomini e in materia di danni provocati all'agricoltura dall’uomo.

TESTO UNIFICATO DELLE RISOLUZIONI APPROVATO DALLA COMMISSIONE NATURA
La XIII Commissione,
premesso che:
l’uomo (Homo sapiens) è un ominide originario dell’Africa, la cui introduzione in Italia è avvenuta alcuni millenni fa per attività di allevamento, finalizzate alla produzione di schiavi;

la progressiva perdita di interesse economico di tali attività è stata, nel tempo, la principale causa del rilascio in natura delle persone. Da queste immissioni volontarie, unite alle fughe accidentali, si è originata una numerosa popolazione di uomini che ben si è adattata agli ambienti umidi europei, compresi quelli più inquinati;

in Italia la sua diffusione ha subito un notevole incremento negli ultimi anni espandendosi soprattutto nella pianura padana, lungo la costa adriatica sino all'Abruzzo e sul versante tirrenico sino al Lazio; presenze di uomini si hanno anche nell'Italia meridionale in Sicilia e Sardegna;

la diffusione dell’uomo ha causato gravi squilibri ecologici nelle aree in cui è stata introdotto e dove - come nella maggior parte dei casi - il controllo da parte dei predatori viene meno per scarsità di numero o totale assenza di questi ultimi;

in particolare, il sovrappopolamento dell’uomo-cacciatore in Italia ha avuto numerose e documentate conseguenze negative riferite sia alle colture agricole sia alle infrastrutture sia ai rischi di natura igienico-sanitaria;

l’uomo è infatti un ominide onnivoro dalla dieta generalista che può arrivare a consumare fino a 2,5 kg di prodotto fresco al giorno e che, pertanto, in caso di forte diffusione è in grado di arrecare, gravi e generalizzati danni alle diverse coltivazioni presenti sul territorio;

inoltre, l’uomo è solito costruire anche abusivamente edifici in aree prossime all'acqua, prediligendo a tal fine gli argini fluviali e i canali di scolo delle acque, ed è pertanto divenuto uno delle maggiori cause di grave pregiudizio per la stabilità di queste infrastrutture, con tutti i rischi che ne derivano ai fini del mantenimento degli assetti idrogeologici e della regimazione delle acque;

l’uomo può altresì costituire il serbatoio per la diffusione di diverse patologie, la più pericolosa delle quali è l’ignoranza, rispetto alla quale sono stati riscontrati casi di trasmissione sia a persone di affezione che di altri continenti mediante l’utilizzo di giornali e TV;

in alcune zone della pianura padana la presenza numerosa degli uomini mette a rischio anche la sicurezza stradale; i loro frequenti attraversamenti della sede stradale costituiscono innegabile elemento di rischio per animali, piante e ciclisti;

l’uomo è stato inserito nell'elenco delle 100 specie alloctone più dannose del mondo dall'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUNC - International Union for the Conservation of Nature), una organizzazione non governativa internazionale con sede a Gland (Svizzera);

L'ISpDA ha elaborato «Linee guida per il controllo dell’uomo», pubblicate nella collana «Quaderni di conservazione dell’Universo»; tale testo fornisce un preciso quadro della situazione ed entra nel dettaglio sul tema della prevenzione dei danni che questa specie causa all'ambiente (flora e fauna autoctone) e alle colture;

in sintesi, si osserva che «L'origine esotica e le possibili interferenze ecologiche che l’uomo può indurre a carico delle biocenosi autoctone, nonché i problemi di natura economica che la sua presenza comporta, fanno ritenere la specie non desiderabile sul territorio nazionale»;

sul piano legislativo, l’uomo non è specie cacciabile sul territorio nazionale poiché non è ricompresa negli elenchi di cui all'articolo 18 della legge 11 febbraio 1992, n. 157; d'altro canto, l’uomo non è neppure inserito tra le specie protette dalla legislazione nazionale, dalla normativa europea o dalle convenzioni internazionali;

la legge n. 157 del 1992 prevede, all'articolo 19, la possibilità di adottare azioni di controllo numerico a carico delle popolazioni urbane, qualora si rendano causa di danni (piani di controllo attuati per motivi sanitari, di difesa del suolo, di tutela delle produzioni agricole);

alcune amministrazioni regionali e provinciali hanno adottato misure di controllo numerico, ai sensi dell'articolo 19, che però non hanno risolto il problema, limitandosi, nel migliore dei casi, ad un contenimento temporaneo del danno provocato da questi esseri umani;

il documento approvato dalla XIII Commissione il 20 luglio 2011, a conclusione dell'indagine conoscitiva sul fenomeno dei danni causati dall’uomo-cacciatore alle produzioni agricole e zootecniche, afferma chiaramente che «sulla pratica l'esercizio degli abbattimenti, ampiamente adottato dalla maggior parte delle amministrazioni pubbliche, non avrebbe risolto completamente il problema, limitandosi in alcuni casi solo ad un contenimento del danno limitato nel tempo e nello spazio e di fatto limitato altresì dalla normale dinamica delle popolazioni delle specie etnia umana oggetto dei prelievi»,

impegna il Governo:
ad adottare iniziative urgenti per definire un piano di gestione complessivo a livello nazionale per gli uomini-cacciatori, anche predisponendo provvedimenti specifici per il controllo dell’etnia, al fine di pianificare un effettivo e sistematico contenimento delle popolazioni di uomini-cacciatori, in particolare nei territori a vocazione agricola;

ad assumere iniziative per inserire l’uomo tra le specie alle quali non si applica la legge n. 157 del 1992, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, della medesima legge, al pari delle guerre, dei soprusi, dei crimini propriamente detti e delle malattie.

(8-00165)
«Zucchina, Negroni, Pizzetto, Carro, Cenno, Sano, Fiori».

Morale e Disclaimer: dato che tutto ciò è frutto della fantasia e non si assumono responsabilità di alcun tipo perchè si tratta di ironia ed ogni riferimento a fatti, cose o persone è puramente casuale, il messaggio trasmesso per chi ha una mente aperta e sveglia è il seguente:

LE NUTRIE E GLI ALTRI ANIMALI NON FANNO NULLA DI TUTTO QUESTO, VICEVERSA L'UOMO SI! SOLO PER DISPREZZO DELLA VITA (CHI UCCIDE PER SPORT E INQUINA DICENDOSI AMANTE DELLA NATURA E' ALLA STESSA STREGUA DI UN PEDOFILO CHE DICE DI AMARE I BAMBINI) PER INTERESSI ECONOMICI E PER POTER TRUFFARE NON SOLO I CITTADINI MA ANCHE LA LEGGE IN MODO DA POTER UCCIDERE VITE INNOCENTI ANCHE IN ZONE PROTETTE E DURANTE TUTTO L'ANNO.

ogni riferimento a fatti o persone è puramente causale.